mercoledì, 3 luglio 2019

SIAE: “i diritti agli autori devono pagarli i produttori”

Continua la polemica legata all’Equo Compenso ed alla proposta effettuata dalla SIAE al governo di aumentare la tassa applicata ai dispositivi che hanno memoria interna di archiviazione tra cui troviamo anche smartphone e tablet. In attesa che il Ministro Bray valuti la proposta presentato dall’associazione degli autori, vediamo quanto dichiarato proprio dal Presidente della SIAE Gino Paoli.

Gino Paoli SIAE

Il Presidente Gino Paoli, ovviamente, difende la finalità di questa tassazione che va a ricadere sugli utenti finali, i quali potenzialmente potrebbero vedersi aumentare, fra qualche mese,  i prezzi dei dispositivi che contengono la possibilità di archiviare dati. Tale “tassa” che viene chiamata Equo Compenso, finisce nelle casse della SIAE sovvenzionando gli autori, per ripagare le presunte copie personali di materiale musicale coperto da diritto d’autore che gli utenti possono fare avendo a disposizione dispositivi simili. Ma Paoli cerca di aggiustare il tiro viste le polemiche scatenate dalla proposta, ecco le sue parole:

“Questo compenso non deve essere a carico di chi acquista lo smartphone ma del produttore, che riceve un beneficio dal poter contenere sul proprio supporto un prodotto autorale come una canzone o un film”.

Un interpretazione che definiamo stravagante questi di Paoli, visto che non tutti compriamo smartphone con la finalità principale di ascoltare della musica, e considerando il fatto che la musica ad oggi la ascoltiamo su tali dispositivi prevalentemente coi vari servizi di streaming, questo concetto è retrogrado e non adeguato ai tempi, Paoli continua poi:

“Mentre la Siae rappresenta un milione e mezzo di lavoratori, che paga le tasse in questo Paese. Dobbiamo ricordarci che l’industria culturale vale il 5% del nostro Pil. Quello che chiediamo non è una tassa. Quando prendiamo un taxi paghiamo la corsa e lo consideriamo il compenso per il servizio ricevuto, non una tassa”.

Ma che paragoni stiamo usando?Io prendo e pago un taxi con la finalità di farmi trasportare, lo smartphone o tablet non lo compro mica solo per ascoltare della musica. Speriamo in un intervento concreto del Ministro Bray che possa evitare che l’attuale compenso, che risulta essere di 0,90€ diventi 5,20€+IVA per smartphone e tablet.

 

 

 

About Andrea Zanoli

Amministratore e blogger su Meladevice, appassionato ormai da6 anni del mondo Apple ed anche del mondo mobile in generale. Sport e videogiochi sono le altre mie grosse passioni